
Dal piccolo aereo verso l'arcipelago di Vava'u si hanno delle vedute
incredibili come queste |
Vava'u

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Con Jeff, un'australiano che vive qui da 20 anni, vado a farmi un
giro per l'arcipelago. La sua barca è attrezzata per la pesca d'altura, mi fa provare, ma io il pesce
preferisco mangiarlo che pescarlo.
In questo periodo nell'arcipelago arrivano parecchie megattere e vi assicuro che è uno spettacolo
entusiasmante. Non sono riuscito a fare foto decenti, perché la macchina che avevo con me non me lo ha
permesso. Era meglio avere una videocamera, perché solo un filmato può dare l'idea dello spettacolo a cui si
può assistere. I più coraggiosi che fanno diving possono anche immergersi vicino alle balene.
Qui c'è la pagina di approfondimento... Whale
watching a Tonga |
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Questi sono scorci dell'isola principale che ha lo stesso nome
dell'arcipelago. A sinistra il "Port of Refuge", il porto di Neiafu, la capitale. E' uno dei porti
più sicuri del Sud Pacifico, si trova in un insenatura che ricorda un fiordo norvegese e che rientra per
qualche chilometro. Al centro la chiesa cattolica della capitale dedicata a San Giuseppe, a destra
un'abitazione.
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A sinistra una insenatura che è chiamata "Blue
Lagoon" (di lagune blu ce ne sono a bizzeffe in tutto il Sud Pacifico) e a destra una panoramica degli
isolotti di fronte all'isola principale. |
Visto che le mie foto non rendono
bene i luoghi, ne aggiungo una "rubata" dal mio archivio "ufficiale".
Nell'isola che si vede sullo sfondo, Mounu, c'è stato qualche settimana prima che arrivassi io l'amico Steve,
sulle cui pagine trovate il racconto della sua esperienza a Tonga:
Appunti
di Viaggio sui Tropici

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Tongan feast
Una sera sono stato invitato
all'inaugurazione del nuovo ostello, l'Adventures Backpackers, a Neiafu. Si trova naturalmente nel posto più
"paradisiaco" dell'isola, il centro città... A parte gli scherzi, è gestito da una coppia di
inglesi e una di tongani ed è abbastanza carino. Ma ora vi racconto qualcosa della cerimonia, perchè merita.
Mi ha invitato il locale direttore del Tonga Visitor Bureau, l'ufficio del turismo, Puluno Toke (Puluno è la
traduzione di Bruno) che è un tipo simpaticissimo e, come parecchi suoi connazionali, è "enorme".
Nella foto a sinistra è il signore nell'ultima panca, con camicia multicolore e tipico gonnellino
tradizionale. Il posto libero a fianco è il mio. Il signore di fronte agli spettatori è un pastore della
Chiesa di Tonga (cristiana protestante) e sta per iniziare una, mi dicono, breve cerimonia religiosa di
ringraziamento. Accompagnato da una piccola tastiera elettronica inizia dei canti tradizionali di
ringraziamento in lingua tongana. Belli, anche perché gli fanno da coro un sacco di persone presenti. Queste
non si vedono, perchè stanno in piedi lungo la strada a fianco delle panchine, i seduti sono
"personalità", i consoli inglese e neozelandese, autorità politiche e nobili (che in una società
quasi feudale come quella tongana contano tantissimo) e gli ospiti d'onore. Come al solito la
strada, che è quella principale che attraversa la piccola cittadina, è stata chiusa al traffico. Non fa
niente se è l'unica che permette di attraversare da una parte all'altra l'isola, chi arriva posteggia e
assiste e partecipa alla festa, tanto non può passare ! Ho notato questa usanza in parecchie situazioni.Nessuno
reclama, anzi !
Sembra che sia finita la cerimonia religiosa e invece, cessata la musica, il pastore inizia un discorso
animato, sempre in Tongano, che tra cambiamenti di tono e di volume e con lui che in alcuni momenti sembra
stia per prendere un infarto, dura circa venti minuti. Beh, meno male... ha finito, penso. Nooooooo, riesco a
malapena a capire che visto che ci sono ospiti stranieri che non parlano tongano, spiegherà i concetti della
predica anche in inglese. Altri venti minuti ! Puluno comincia a dare segni di impazienza, e ad ogni suo
movimento mi devo aggrappare alla panca perché sembra stia per ribaltare. Per finire in bellezza inizia un
altro canto, stavolta in inglese... e si rivolge a noi invitandoci a cantare con tutti. Il testo è facile,
"Jesus, oh Jesus, oh Lord", ripetuto all'infinito con solo cambiamenti di tonalità, prima verso
l'alto e poi verso i bassi, toni in cui gli uomini tongani sono incredibili, sarà probabilmente per la
dimensione delle loro corde vocali. Così per almeno dieci minuti ancora. Intanto nell'aria cominciano a
diffondersi dei profumini stuzzicanti. Ma ora che mi sto per alzare e dirigermi verso il banchetto (che era il
motivo che mi aveva convinto a partecipare all'inaugurazione) prende il microfono il console inglese che fa un
discorsetto sulla collaborazione tra i popoli, sugli inglesi che sono bravi ecc.ecc. Gli risponde un tongano
che ringrazia, segue il discorso di una delle signore proprietarie dell'ostello, di un'amica della signora, di
altri che si complimentano con tutti quelli che hanno parlato prima. Finalmente, dopo ormai un'ora e mezza di
discorsi e canti ecc., la fatidica frase: "la pappa è pronta !!!". All'assalto ! Comincio col farmi
un paio di birre con Puluno e mentre parliamo passa un ragazzo che mi fissa un attimo, poi in inglese mi
chiede di dove sono. "Italia..." rispondo. E lui "Socmel ! ". E io "Ma che lingua
parli ?" e cominciamo a ridere. Si chiama Giuseppe ed è di Bologna (tutti i bolognesi che conosco
si chiamano Giuseppe, pensa che combinazione!) ed è a Tonga da un paio d'anni con la sua ragazza neozelandese
e fa l'istruttore diving. Insieme agli altri ci facciamo il primo giro di assaggi, propongo di iniziare con i
molluschi e i crostacei, poi pesce crudo, pesce marinato, pesce alla griglia, poi si passa al maialino allo
spiedo, si accompagna il tutto con manioca, tapioca, taro e si finisce con i dolci, quasi tutti a base di
cocco, latte e polpa. Tutto in un paio d'ore durante le quali Puluno mi presenta ad un sacco di persone che
ogni volta mi spappolano la mano e poi mi offrono da bere. Terminato il cibo inizia il kava-party. Solo il
tempo di fare un paio di giri di kava che vedo passare Jeff, il nostro ospite, che torna dall'aeroporto. Ci
chiede se vogliamo un passaggio e decidiamo di approfittarne, anche se mi piacerebbe rimanere tutta notte...
ma siamo abbastanza stanchi (io anche pieno...) e taxi ce ne sono pochissimi e i taxisti partecipano pure loro
alla festa. Nella prospettiva di farsi quattro chilometri a piedi al buio vincono la pigrizia e la
stanchezza. A casa Jeff ci fa un caffé miracoloso. Nonostante questo dopo pochi minuti stiamo già dormendo
come ghiri (e io pure russando come un orso).
E' finita un'altra bellissima giornata tongana...
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