a Tonga 2000

ULTIMI GIORNI

avvertenza: cliccare sulle foto per ingrandirle

Negli ultimi giorni mi sono incontrato a Nuku'alofa con gli amici della squadra di rugby del Fasi-Ma'ufanga che è gemellata con la mia, il Rugby Lecco, per consegnare loro alcuni "gifts".
I giocatori non sono molti perchè stavano per iniziare una partita del locale campionato a 7 giocatori. Nell'altra foto si può vedere un esempio del "fisico" dei tongani e degli strani tatuaggi che usano.
Al braccio sinistro c'è il tatuaggio tradizionale (sembra un bracciale) e sulla schiena l'indicazione della nazionalità e un soggetto "religioso". L'ultima foto è il retro della "curva sud" dello stadio. L'anno prima nello stesso stadio ho assistito alla partita più bella (a parte il buon livello tecnico, ma indimenticabile per la partecipazione del pubblico) della mia vita, Tonga-Francia, con naturalmente la vittoria della Nazionale di Tonga.

2-3 settembre 2000, Tonga-Auckland (partenza da Tonga a sera tarda...)
Dopo una cena "luculliana" a base di ogni tipo di pesce con un groppo dentro saluto tutti gli amici e mi faccio accompagnare in aeroporto. Anche se quello dei saluti è sempre un momento difficile... sanno che non è un addio. 'Alu a ! Arrivederci !


la prossima volta DEVO andare qui...

3-5 settembre 2000, Auckland
Ad Auckland è la quinta volta che passo... ormai mi è diventata familiare, anche se arrivando da Tonga ho subito sofferto il freddo, ehi, qui è ancora inverno !
Auckland è la maggiore città della Nuova Zelanda e c'è parecchio da vedere, soprattutto nei dintorni e si possono fare delle bellissime escursioni, i posti da visitare sono tantissimi, sia in giornata che in più giorni. Prima o poi faccio un elenco. Nel porto è ormai tutto legato all'America's Cup, compresi shopping center. Per mangiare c'è solo l'imbarazzo della scelta, dal fast-food al ristorante raffinato.
Naturalmente la prima sera sono andato nel ristorante di un amico... E' un neozelandese innamorato dell'Italia che ha chiamato il ristorante "Vivace". Si mangia molto bene, è nella zona centrale di Auckland, facile da trovare. Attenzione che le sale sono al primo piano di una palazzina, l'ho consigliato ad un amico e questo non ci è andato perché gli pareva chiuso. Al piano terra ci sono dei negozi che alla sera chiudono. Naturalmente mi ha dato delle dritte per provare altri posti, tutti interessanti. Della cucina neozelandese consiglio le ostriche (giganti), pesci e crostacei di tutti i tipi, carne di manzo con cui fanno delle mega-steack e, probabilmente il meglio che si trova al mondo, l'agnello. I vini neozelandesi sono di livello alto, i bianchi soprattutto sono eccezionali. Se vedete scritto su un ristorante BYO, vuol dire che gli alcoolici li dovete portare voi perché non hanno la licenza. Per questo motivo si trovano enoteche aperte fino a tarda sera, con già i vini alla temperatura giusta. La bevanda più consumata è però la birra. La più conosciuta, anche perché sponsorizza la famosa nazionale di rugby neozelandese più nota come ALL BLACKS, è la Steinlager, gli fa concorrenza la Lion Red e poi ci sono un sacco di marche minori ma forse più particolari. 
Nel paio di giorni a disposizione mi sono goduto la città, ho fatto un giretto con un catamarano nelle isole della baia, ho camminato in lungo e largo per Queen Street, la via principale, sono stato in alcuni quartieri periferici servendomi sempre degli ottimi e frequenti mezzi pubblici.

5 settembre 2000, Auckland-Singapore

Qui, anche se non sembra, siamo a Singapore. Appena fuori il caos della metropoli ci sono anche angoli in cui non si sentono i rumori del traffico e non ci sono gli enormi centri commerciali.
E' l'isola di Sentosa, la disneyland di Singapore, ma almeno ci sono parchi, percorsi per girare a piedi, giardini (bello quello delle orchidee), fontane, spiagge, musei ecc.ecc.

Ho scelto di stare in questa isola perché prima di rientrare in Italia volevo fare ancora un pò di relax. E stare in centro a Singapore significa per forza farsi attirare dalle mega-mall una attaccata all'altra, presi dalla frenesia dello shopping. Per fortuna non soffro troppo di questa malattia, e in centro ci sono andato solo una volta, con la scusa di andare a riconfermare il volo e chiedere alcune informazioni alla compagnia aerea locale, che uso sempre nel ritorno dall'oriente, e che considero una delle migliori in assoluto. Come sempre Singapore è affascinante, basta svoltare da una strada piena di centri commerciali che si sente subito l'odore dell'oriente, oppure si trova un tempio induista o un mercatino vivacissimo. Incredibile la metropolitana. Chissà se l'ha vista qualcuno dei progettisti o degli amministratori nostri, avrebbe un sacco da imparare... anche che l'aria condizionata non è inutile. Provate a prendere il metrò a Milano in agosto. Soprattutto i vagoni che lasciano sotto il sole all'aperto nella tratta da Cascina Gobba a Cologno e altri paesi dell'hinterland. Non ci si riesce a sedere. E provate a chiedere una informazione a qualcuno. Alcune volte mi chiedo se solo io in Italia non trovo persone cortesi... 
Pochi giorni di ozio quasi completo, letture, passeggiate, rinfrescate in piscina (e idromassaggio per sciogliere quel poco che resta di muscolatura...) e naturalmente esperienze gastronomiche. 
Una sorpresa l'ultima sera. Nella spiaggia dell'albergo montano un palco e piazzano dei tavoli apparecchiati fin troppo bene. Chiedo in giro e mi dicono che c'è una serata dell'ufficio del Turismo di Singapore che ha invitato diversi grossi operatori da tutto il mondo. Peccato non abbia ancora le credenziali ufficiali (mi sono arrivate a febbraio 2001) altrimenti mi sarei intrufolato ! 
Quando rientriamo in camera dopo la cena usciamo sul terrazzino e riusciamo a vedere e sentire uno spettacolo di musiche e danze locali. L'abbuffata è già finita (avevo intravisto qualcosa sbirciando tra le tende messe a protezione della privacy degli invitati... veramente un peccato non aver potuto partecipare). Ad un certo punto spengono tutte le luci elettriche e si intravedono in fondo tante piccole luci, come candele o lumini. Piano piano tutte queste lucine si alzano verso il cielo con un effetto bellissimo. Man mano che qualcuna di queste, spinta dalla brezza, si avvicina verso la mia posizione, riesco a capire meglio. Sono delle piccole mongolfiere di carta, alte circa un metro, un metro e mezzo, che hanno all'interno una candela. Il calore che sviluppa la candela le fa "decollare". L'effetto è incredibile. Vedere decine e decine di questi "palloni" colorati con le luci tremolanti all'interno che si librano in aria e si allontanano lentamente per poi cadere in mare mi lascia a bocca aperta. Scendo anch'io e chiedo cosa siano. Si chiamano "lanterne volanti" e mi pare di capire sia una vecchia tradizione. Qualcuno mi dice che serve ad augurare buon viaggio agli ospiti, un altro mi dice che è una versione più spettacolare e che viene fatta anche con piccolissime imbarcazioni che hanno a bordo la candela e vengono spinte in acqua in certe occasioni. Qualunque sia la spiegazione, mi hanno lasciato un senso di tranquillità e gioia che non mi pesa nemmeno preparare per l'ultima volta (per questo viaggio...) le valigie.
E il mattino presto quando mi faccio l'ultima passeggiata prima di partire ne trovo una impigliata in un cespuglio... mi verrebbe voglia di prenderla e portarmela a casa. Ma è bruciacchiata e un pò bagnata dall'umidità della notte. E' meglio che mi tenga il ricordo che mi porterò sempre dentro.

 9 settembre 2000, Singapore-Francoforte
10 settembre 2000, Francoforte-Milano :-(

ritorna all'inizio del viaggio    ritorna all'indice dei viaggi

e-mail: info@kilisi.cloud