i viaggi di kilisimasi  AUSTRALIA 2001
COOBER PEDY
(cliccare sulle foto per ingrandirle)

Lasciamo Ayers Rock e con un bus di linea ci trasferiamo ad Alice Springs, la "capitale" della regione centrale dell'Australia. La mattina seguente con un altro bus delle linee Greyhounds Pioneer ci aspetta il primo tratto che ci porterà attraverso la Stuart Highway (chiamata anche Explorer Highway, è la strada principale che taglia in due l'Australia, da nord a sud, da Darwin ad Adelaide) verso il South Australia. Arriviamo la sera a Coober Pedy, circa a metà strada. Nonostante la strada sia una delle arterie di comunicazione più importanti, non c'è traffico, si fanno decine e decine di chilometri senza mai incontrare nessuno, si può quindi immaginare come potrebbe essere fare le strade secondarie. Ogni tanto incrociamo i famosi "Road Train", camion lunghissimi che trasportano di tutto, dalle auto al bestiame ai generi alimentari. Per darvi un'idea, in uno in sosta in una delle "roadhouse" (corrispondenti ai nostri "autogrill", ma molto più Aussie, per la gran parte sono gli unici pub nel raggio di qualche centinaio di chilometri) nei tre rimorchi tipo bilico che trainava ho contato 19 auto fuoristrada del tipo a passo lungo. 
A Coober Pedy abbiamo scelto per dormire un motel ricavato in una delle più antiche miniere di opale, pietra preziosa per cui è famosa questa cittadina. Qui quasi tutti vivono sottoterra perché è l'unico modo per resistere alle torride temperature che nella stagione più calda passano i 50 gradi. "Underground" c'è una temperatura media di circa 25 gradi tutto l'anno.


il nostro motel "EXPERIENCE MOTEL"

la nuova ala del motel

Non consiglio la zona a chi soffre di claustrofobia ! Il motel da fuori al primo momento mi aveva preoccupato, poi entrando mi sono dovuto ricredere. Le due simpatiche proprietarie hanno arredato l'ingresso e le camere con mobili e arredi con talmente buon gusto che sembra di essere in un'abitazione inglese di parecchie decine di anni fa. Si dorme benissimo, nessun rumore e all'alba nessuna infiltrazione di luce dalle finestre... NON CI SONO naturalmente.


la camera del motel

la chiesa "underground"

La mattina con il simpaticissimo Steven, un greco immigrato parecchi anni fa in Australia e che ha fatto fino a pochi anni fa il minatore e che ora è il factotum del motel (autista, guida, intrattenitore ecc.ecc.), visitiamo l'ala nuova di quello che diventerà uno degli alberghi più caratteristici della città. Attualmente ci sono 6 camere  e ne stanno allestendo altre 22, oltre una grande "grotta" che sarà la hall principale. Questa ristrutturazione ha una storia che mi ha incuriosito. Credo sia l'unico albergo al mondo in cui man mano che si costruisce invece di spendere si guadagna.  I proprietari hanno avuto una grandissima dose di ... fortuna. Mentre allargavano le strette gallerie della vecchia miniera che ritenevano "esaurita" hanno trovato dei filoni di opale bellissimo che gli ha fruttato parecchie centinai di migliaia di dollari australiani. Steven ci ha mostrato nei vecchi punti della miniera come si lavorava solo con la forza delle braccia. Ci ha raccontato anche parecchie storie e aneddoti, alcuni dei quali curiosi ed altri veramente simpatici. Lo sfruttamento dell'opale in questa zona è iniziato nei primi anni '50 e le condizioni di vita erano veramente al limite. La zona è una depressione che si trova al di sotto del livello del mare, è una delle zone meno piovose e più calde dell'Australia. Qualche anno fa il record è stato di sette anni senza una goccia di pioggia. Lo strano è che la sera che sono arrivato io c'è stato un temporale fortissimo..... comincio ad avere conferme sulla mia dote di "Rain Man".
Uno degli aneddoti di Steven è stato sulla scoperta di un suo amico che la luce ad ultravioletti della lampada di Wood  permette di vedere benissimo i filoni di opale nella roccia. Scoperta fatta mentre dilapidava una fortuna nelle discoteche di Sydney dopo aver trovato degli opali enormi. In una di queste si era accorto che l'opale che aveva appena regalato ad una sua "conquista" era come se emettesse luce nonostante il locale fosse quasi a lume di candela. Il giorno seguente acquistò una di queste lampade da discoteca e ritornò a Coober Pedy per sperimentarla. Da quel giorno cambiò il sistema di ricerca dell'opale. L'ho sperimentato personalmente. In una delle gallerie ancora attive Steven mi ha sfidato a trovare un filone appena "scoperto" di opale con una torcia potentissima. Ho passato ogni centimetro della zona, ma naturalmente non ho visto niente. Ha acceso la lampada a ultravioletti, abbiamo spento le torce e... bellissimo, a pochi centimetri da me si è illuminata di bianco una striscia di quasi un metro larga un paio di centimetri. Eccolo lì dov'era l'opale !  La visita con Steven continua con la visita della chiesa avventista (almeno mi sembra...) che si trova a fianco dell'ingresso del motel. Anche qui una sorpresa. Una grande sala scavata nella roccia con una specie di altare al cui fianco c'è un pianoforte. Steven che è pure lui di questa chiesa, mi spiega che che quando si trovano cantano pezzi gospel. Anche qui, come per il motel, durante i lavori di ingrandimento, è stato trovato dell'opale. Ma una cosa incredibile. Il più grande insieme di conchiglie opalizzate mai trovate al mondo. Di un valore immenso, non solo commerciale ma anche scientifico. Hanno estratto solo una parte che gli è servita per finanziare tutti i lavori locali  e progetti della loro chiesa anche in altre zone. Una gran parte del ritrovamento è stata lasciata e attualmente è studiata da una equipe di una università americana. Il ritrovamento eccezionale dal loro punto di vista religioso è considerato un miracolo, un segno di Dio. Rispetto naturalmente il loro credo, ma dal mio punto di vista lo considero un bel colpo di fortuna. 
Vicino alla chiesa Steven sta "costruendo" (scavando) la propria abitazione, gli ho promesso che andrò a trovarlo quando sarà pronta. 
Dopo aver camminato un paio di ore sottoterra ci incamminiamo verso il "centro" della città. Ehm... c'è una via principale un pò più larga delle altre e tenuta meglio, con qualche negozio, l'albergo più bello della città, l'unica libreria sotterranea esistente sulla terra, molto suggestiva. Verso la metà della via mi incuriosisce un'insegna: "John's Pizza Bar". Boh, una pizzeria qui ? In questo posto sperduto ? Non può essere senz'altro di qualche catena multinazionale, c'è qualcosa chi mi pare familiare, non so.... Entriamo e incontro lo sguardo del pizzaiolo, che sta tirando a mano la pasta come raramente si vede anche da noi.  Dall'aspetto fisico non è senz'altro anglosassone. Non so come ma mi esce un bel "BUONGIORNO!". Gli occhi che continuavano a fissarmi si illuminano e mi risponde con un altro "BUONGIORNO! ". Non mi sbagliavo. Dice che capita raramente di incontrare italiani in questo posto fuori dal mondo, non è una meta ambita dal turismo... Si chiama Vince (adattamento di Vincenzo), è originario di Messina e dopo una periodo a Torino si è trasferito in questo posto da qualche decina di anni. Dopo quasi due settimane di cibo "aussie" mi è venuta voglia di una buona pizza e non vengo deluso. Le fa ancora come da noi si trovavano una volta... che strano penso, per trovare una pizza con i baffi devo andare in Australia. Vince ci presenta la moglie e quattro loro amici che sono venuti a trovarli. Sono due coppie di immigrati pure loro. Due sono da quarantacinque anni nel Queensland e gli altri due da quaranta vivono ad Adelaide. E' bellissimo sentire raccontare queste storie vere di immigrazione, di stenti, di problemi di razzismo da parte dei "bianchi anglosassoni", di viaggi incredibili in nave, di lettere che impiegano mesi e mesi a portare notizie. Starei settimane a sentire raccontare queste storie di vita. Conosciamo anche uno dei figli di Vince, Maurizio, che fa di giorno il minatore e di sera aiuta i genitori nel Pizza Bar. Mi racconta la vita da minatore, sempre in attesa di trovare il filone giusto. Ha iniziato qualche anno fa con un amico croato, prendendo la licenza per un appezzamento di terreno. Hanno iniziato con pala, piccone e martello e scalpello, poi con qualche colpo di fortuna man mano sono riusciti a meccanizzarsi, il primo martello pneumatico, l'argano elettrico, il camioncino... ed ora fanno lo stesso fatica, solo che in un giorno vagliano una quantità di  materiale che all'inizio richiedeva settimane. Quest'anno però non hanno ancora trovato niente. Gli chiedo se i ritmi di lavoro sono sempre così duri. "Qui se non si lavora che si fa ?" mi dicono in coro, la città più vicina dove puoi farti una "botta" di vita è a 450 chilometri... 
Credo che per la loro origine "solare" siano gli unici ad avere costruito una casa "normale". In questi scenari da "Day After" è l'unica oasi con verde, fiori, uccelli, persino una fontana con i pesci. Incredibile ! Incredibile anche che in una zona così convivano persone originarie di ben 40 nazionalità diverse senza il minimo problema. Bisognerebbe chieder loro quale è il segreto ed applicarlo su scala più ampia. 
Ahhhh, dimenticavo, qui hanno girato uno dei film della serie "MAD MAX" con Mel Gibson. Non hanno avuto bisogno di costruire nessun set, qui è proprio come nel film... guardate le foto sotto se non ci credete.


indicata dalla freccia l'entrata del nostro motel

non vorrei sbagliarmi, ma mi pare una Fiat 1100 !

l'unico albero di Coober Pedy...

stazione degli autobus ?
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